PARTITE STORICHE SANREMSE ANNI '30-'40-'50

Di seguito sono riportate le partite storiche disputate dalla Sanremese nella sua gloriosa e centenaria storia. Oltre alla schede relative ai singoli incontri sono state inserie, dove possibile, documenti e fotografie relative agli eventi. Il data-base è stato attinto direttamente dal sito internet Sanrepedia e per questo si ringrazia Gerson Maceri per il grande lavoro di ricerca che ha realizzato in questi anni.

           Sanremese-Juventus 1-4 ( Coppa Italia 1935-36 )

                               ( Sanremo 26 dicembre 1935 )

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Marcatori:
0-1 Monti 32′
0-2 Gabetto 36′
0-3 Varglien I 38′
1-3 Ferrari, secondo alcune fonti, Pantani secondo altre, 54′
1-4 Gabetto 69′

Formazioni:

Sanremese: Traverso, Bertolotto, Gilardoni, Bertolo, Alice, Finelli, Frione, Marchese, Pantani, Ferrari, Barisone.
Juventus: Valinasso, Rosetta, Foni, Depetrini, Monti, Varglien I, Cason, Varglien II, Gabetto, Borel I, Menti I.

Da notare due particolari: quello con la Sanremese fu il primo incontro disputato dalla Juventus in Coppa Italia nella sua storia. Alla prima edizione, giocata 14 anni prima e vinta dal Vado di Levratto, i bianconeri non avevano partecipato.
Inoltre, Alfredo Foni e Guglielmo Gabetto fecero il loro esordio in bianconero proprio contro la Sanremese.

La Juventus, addirittura ha disputato a Sanremo un incontro storico: il primo in assoluto giocato dalla società bianconera in Coppa Italia. Per l'esattezza nell'edizione 1935-36 che era, poi, la seconda nella storia della manifestazione. La prima edizione, vinta dal Vado di Levratto, era stata giocata ben quattordici anni prima, nel 1922. La Juventus non vi aveva partecipato. Così l'esordio bianconero in Coppa Italia avvenne proprio a Sanremo il 26 dicembre 1935, subito dopo Natale. Una giornata piovoso, umida. Condizioni atmosferiche che tennero lontano il pubblico delle grandi occasioni anche se gli spalti del "Littorio" erano, ugualmente, abbastanza gremiti. La Juventusera ancora campione d'Italia, ma non era più lo squadrone dei cinque scudetti. Mesi prima, il 7 aprile 1935, aveva visto ripartire per l'Argentina il suo fuoriclasse Raimundo "Mumo" Orsi. Nonostante questo era ancora riuscita a vincere il titolo tricolore 1934-35, ma quando venne a Sanremo, nel 1935-36, aveva ormai esaurito il suo fantastico ciclo. Aveva perso altri "pezzi da novanta" come Cesarini, Caligaris e Gioanin Ferrari anche se presentava ancora campioni come Rosetta, nelle inedite vesti di allenatore-giocatore, Foni e Rava, Serantoni, Borel II e i fratelli Varglien e i giovani interessanti come Depetrini e Gabetto che, negli anni Quaranta, diventerà poi il centroattacco del grande Torino caduto a Superga. Proprio Gabetto firmò due delle quattro reti con cui la Juventus passò al "Littorio2: Il 4-1 finale fu completato per i bianconeri, dalle reti di Menti e Varglien. La Sanremese, che soprattutto nel primo tempo aveva impegnato severamente gli avversari, fu così eliminata; la stessa sorte sarebbe toccata aglla Juventus stessa, in semifinale, ad opera della Fiorentina.

Sanremese-Ambrosiana Inter 1-3 ( Coppa Italia 1936-37 )

( Sanremo 27 maggio 1937 )

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Nell'edizione della Coppa Italia 1936-37, al "Littorio" scese l'Ambrosiana-Inter. Era la squadra del mitico Peppino Meazza, ma anche di altri azzurri famosi come Gioanin Ferrari "ex" della Juventus, Locatelli, Ferraris II o l'occhialuto Frossi, futuro "teorico" della panchina negli anni cinquanta. La partita si giocò 27 maggio 1937, questa volta in una giornata molto soleggiata. Erano gli ottavi di finale della competizione. Il regolamento, abbastanza complicato, della manifestazione aveva costretto la Sanremese, per arrivare a quell'importante sfida, ad affrontare ed eliminare Asti (4-0), Savona (3-1), Pro Vercelli (3-0) e Verona (2-0); l'Ambrosiana-Inter, invece, era stata ammessa direttamente ai sedicesimi di finale dove aveva eliminato l'Aquila (4-3). Subito dopo incontrò la Sanremese. Al "Comunale" i milanesi si imposero 3-1 andando a rete con una doppietta di Gioanin Ferrari ed un di Meazza. Un lussuoso tabellino. La Sanremese segnò la sua unica rete con il suo Ferrari, Giuseppe. Era una bella Sanremese che, alla fine della stagione, sarebbe stata promossa in serie B. Contro Meazza e soci, che sarebbero poi stati eliminati anch'essi in semifinale dalla Roma, la squadra biancoazzurra si fece onore.

Sanremese-Palermo 2-1 ( Sanremo, 16 giugno 1940 )

Ultima partita in Serie B per la Sanremese.

Sanremese-Palermo fu l’ultima partita fra i cadetti dei biancoazzurri (16 giugno 1940). La guerra era appena scoppiata e le due squadre sicuramente avevano altro a cui pensare così come i tifosi ( il Palermo era già salvo, la Sanremese già retrocessa ). Ma la Lega decise di far giocare l’inutile match ugualmente. L’Eco della Riviera dedicò all’evento un titolo senza fantasia ( Sanremese-Palermo 2-1 ) e raccontò con agghiacciante consapevolezza cosa rappresentò quella partita. "E’ finito finalmente il calvario della Sanremese… Anche l’ultima partita del torneo, che non a torto abbiamo classificato inutile, è passata alla storia. E di calcio non si parlerà più per un bel pezzo. La Sanremese ha concluso la sua triste odissea, che non ha certo riscontro nella vita del già glorioso sodalizio, con una vittoria senza importanza, conquistata attraverso un incontro spesso arruffato e confuso, in cui malgrado l’impegno profuso da parecchi atleti non si è mai raggiunto un livello tecnico degno di menzione. Qualche azione sporadica non basta, infatti, a cancellare l’impressione poco benigna che ha lasciato la partita di ieri che è stata, ne più nè meno, come tante altre che si sono avute in queste domeniche al "Littorio". Partita da fine stagione: è detto tutto. Però, a peggiorare soprattutto l’interesse e la bellezza della partita, fra le altre cause ha concorso anche quella delle formazioni rimaneggiatissime. Date uno sguardo allo schieramento della Sanremese e troverete un Lecci a guardia della rete, un Bianco tratto dalle file dei ragazzi; due novità assolute e quindi rimaneggiamento delle linee. Lecci che, come tutti sanno, ha ormai ricoperto tutti i ruoli possibili, è ritornato al suo antico posto pur dopo parecchio tempo di inattività sotto quella veste. Arrangiamenti degli ultimi momenti. Il peggio, però, è toccato al Palermo, che da una settimana, dopo cioè dopo la batosta di Padova, girovagava per l’Italia Settentrionale ed ha perduto, durante il viaggio, qualche elemento perchè richiamato alle armi. La comitiva palermitana è giunta a Sanremo con dieci uomini fra i quali, però, c’erano due portieri. All’ultimo momento, così, la tartassata unità siciliana, che aveva già con sè dei giovani, per giocare con tutti gli undici effettivi, ha dovuto allineare anche l’allenatore, il quarantunenne Negri che è ritornato al centro della linea d’attacco dopo ben dieci anni di assoluta assenza dalle prove agonistiche. E siccome per l’allenatore nessuno aveva pensato, egli ha giuocato, fra l’altro, con delle scarpe da podista. Il bello è che se qualche altro atleta fosse stato richiamato era nientemeno intenzionato a giocare un nostro collega giornalista che seguiva la squadra da Palermo. Fatte questa premesse, si può facilmente intuire quale sia stato il gioco espresso da entrambe le squadre. Non si può dire che siano mancate assolutamente azioni degne di nota: ma quelle si contano sulle dita di una mano come si sono potute contare, ieri, le persone presenti al campo. Ad occhio e croce non c’erano ieri tra gradinata e tribuna nemmeno cinquanta persone; e le paganti erano una cifra ancora più insignificante. Un vero e proprio primato passivo crediamo mai battuto su nessun campo della nazionale B. Ma più o meno questo desolante vuoto degli spalti lo si poteva prevedere e non ha nemmeno più fatto impressione. E poi si trattatva del’ultima partita, sulla quale v’è ben poco da dire. La vittoria è andata alla squadra meno confusionaria che ha saputo sfruttare due, fra le tantissime occasioni che le si sono presentate. Di pericoli ne ha passati infatti più la porta palermitana". Con i cannoni che rombavano vicinissimi alla città, sul confine con la Francia, la Sanremese concluse con il Palermo la sua avventura nella Serie cadetta con i goal di Martini II e Ventimiglia ( Negri per i siciliani).

Sanremese-Milan 2-2 ( Amichevole )

( Sanremo 13/12/1953 )

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Milan: Galluzzo, Silvestri, Liedholm, Nordhal, Soerensen

(gli altri mancano). All.: Guttmann.

Reti: 63' Nordhal, 75' Soerensen.

Due gol per parte fra Sanremese e Milan. Il Milan, svogliato e privo di tre titolari, ha dovuto tenere a bada una lanciatissima Sanremese, smaniosa di offrire una bella prestazione per cancellare il brutto ricordo delle ultime gare di campionato. E i suoi propositi si sono presto tradotti in realtà di fronte ai rossoneri che hanno limitato la loro azione ad un gioco distruttivo, imperniato sulla mediana e sulla difesa. Quando all'attacco soltanto nell'ultima mezz'ora di gioco si è potuto vedere qualcosa di interessante per merito di Liedholm. Al 14' minuto di gioco si aveva il primo gol sanremese: lancio lungo di Tortonese che Gelio, benchè pressato, insacca alla destra di Galluzzo. Solo al 25' Soerensen riusciva a impegnare il guardiano sanremese. Al 32' Rao, sfuggito a Silvestri, impegnava Galluzzo in una fortunosa respinta di piede. Nella ripresa venivano effettuate alcune sostituzioni da ambo le parti. Nordhal, subito dopo l'inizio, perdeva una magnifica occasione alzando la palla sopra la traversa, ma poi al 18' su lancio di Liedholm otteneva il pareggio. Al 30', su una punizione battuta da Liedholm, Soerensen raccoglieva al volo e portava il Milan in vantaggio. Al 38' un altro gol di Soerensen veniva annullato per discutibile fuori gioco. Due minuti doro Rao, di testa,  raccogliendo un traversone di Albertelli, pareggiava le sorti della cavalleresca contesa. 

Sanremese-Honved Budapest 4-7 - Amichevole 

(Sanremo 02/01/1957)

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Italo Cucci, grande giornalista sportivo, durante la presentazione di “Sanremo Biancazzurra – Il romanzo della Sanremese” di S.Sricchia, B.Monticone, 1999, Editore Colombo, Sanremo.

Ho trascorso momenti bellissimi nella città dei fiori e delle canzoni scoprendovi anche valide occasioni di intrattenimento pallonaro. Il torneo “Carlin’s Boys” – fra i più accreditati d’Europa – fin dal 1964 per imparare a conoscere campioni… in fasce; eppoi qualche passaggio in Serie C, e sogni di gloria putroppo archiviati insieme a stupende pagine di sport raccolte in un bel libro nato all’alba dei novant’anni dalla penna dei miei amici Sergio Sricchia e Bruno Monticone:… vi si legge di una Sanremese in B, negli anni Trenta, e delle sue gesta negli anni Cinquanta e Sessanta, quando il ritorno alla cadetteria sembrava a portata di mano. Forse perché, a cavallo di quegli anni, s’era materializzato miracolosamente a Sanremo il grande, l’immenso, il mitico Ferenc Puskas, l’ungherese della Honved che avrebbe dato man forte a Alfredo Di Stefano per rendere invincibile il Real Madrid. La storia è breve ma appassionante come un racconto di Ferenc Molnar, quello de ”I ragazzi della Via Pal”. La Honved era in tournée all’estero, nell’autunno del 1956, quando in Ungheria scoppiò la rivoluzione e sbocciò il grande sogno della libertà, un sogno breve svanito nel dramma: e i calciatori di Budapest – fra i più grandi del mondo – decisero di non tornare oltre la Cortina di Ferro. Nei primi tempi dell’autoesilio, i giocatori della Honved non potevano giocare in tornei ufficiali e si adattarono a disputare numerose amichevoli. Sanremo, sempre affamata di calcio, riuscì a ingaggiare la Honved che giocò contro la Sanremese il 2 gennaio 1957, vincendo per 7-4. Da una parte la passione di Curti, Borriello, Rivoire, Voglino, Novi, Cordone, Tortonese, Recagni, Littarelli, Turconi, Rao; dall’altra la Storia, rappresentata da Groksis, Lantos, Boszick, Kocsis, Sandor, Budai, Czibor, Lorant, Szuska, Hidekguti. E Puskas. Al quale chiesero se voleva restare a Sanremo. A vivere, a giocare (a pallone, naturalmente). Dicono che a vivere ci sarebbe restato volentieri, ma ormai lo chiamava il Real. E partì promettendo di tornare. Ecco perché la Sanremese guarda sempre avanti, e si batte per recuperare la sua storia, fidando molto in se stessa e – magari – in un miracolo…”.